Sergio Guidi fino a pochi giorni fa era il Presidente, meglio il deus ex machina, della NBA Altopascio, un ruolo ricoperto per la bellezza di 25 anni, caratterizzati dalla conquista di risultati importanti per una società che ha sede in un paese di 15.000 abitanti, basti pensare alla conquista, nel 2010, della Serie C nazionale.
Lo scorso 13 luglio, Guidi, in un lungo e toccante post pubblicato sulla pagina Facebook della società ha annunciato le proprie dimissioni dalla carica, complici le troppe promesse non mantenute da una politica definita nel post come “marinaia”.
Il riferimento è alla mancata costruzione del nuovo Palasport, che ha costretto la società rosablu, negli ultimi quattordici anni, a disputare le proprie gare casalinghe a Ponte Buggianese, 18 km lontano da Altopascio, nonostante i finanziamenti già erogati allo scopo. Pur nella delicatezza del momento, l’ormai ex Presidente Sergio Guidi, con la gentilezza che lo ha sempre contraddistinto, ha risposto alle nostre domande.
Presidente, dopo tanti anni lei ha appena rassegnato le sue dimissioni, qual è il suo stato d’animo?
“Ovviamente, dopo aver dedicato tutta la mia vita alla palla a spicchi c’è un velo di tristezza. Ma sono certo che, con il trascorrere del tempo, prevarrà in me la consapevolezza di aver fatto la scelta giusta”.
Leggendo il comunicato apparso sui social della società appare che il problema è stato la mancata costruzione del nuovo palasport nonostante le tante promesse ricevute, con il senno di poi si sarebbe in passato completato diversamente?
“Se un politico afferma in più sedi, sia in pubblico che in privato, che la sua priorità è dotare il paese di un nuovo palasport io lo prendo in parola e do il massimo. Se poi arrivano anche i soldi per costruirlo io do più del massimo. Se alla fine quei soldi tornano indietro perché non si dà corso all’Inter necessario, prendo atto della cosa, a mio avviso gravissima, e rassegno le dimissioni”.
Lei è stato per tanto anni al timone della società , qual è stato il momento più bello e quello più brutto?
“Il momento più bello è stato quando ho visto la bellezza di 500 tifosi in trasferta, a Pistoia, per la finale della serie C del 2010, a pensarci mi vengono ancora i brividi nonostante siano passati la bellezza di quattordici anni. Il più brutto adesso, senza alcun dubbio”.
Alle sue dipendenze ci sono stati tanti giocatori e tanti tecnici, a chi è più rimasto legato?
“Ha ragione, sono stati veramente tanti, sia giocatori che coach. È umano avere più feeling con una persona piuttosto che con un’altra, ma ritengo non sia corretto stilare preferenze. Ho avuto un giocatore che quando ha dovuto lasciare il Rosablu mi ha abbracciato in lacrime ringraziandomi e dicendomi che aveva trascorso con noi gli anni migliori e più importanti della sua vita. Non vi rivelo il nome, ma entrambi sappiamo a chi mi sto riferendo”
Per concludere cosa si sente di dire in questo momento ai tifosi rosablu?
“Posso soltanto ringraziarli. Fare diciotto km d’auto per tifare la propria squadra per 14 anni, in un altro paese, è segno di grande attaccamento. Dico loro di non mollare “perché noi amiamo il Rosablu”… come recita, dal 2008, il nostro inno ufficiale”.