22 giugno 2013, dopo 14 anni di assenza Pistoia torna nella massima serie del nostro basket vincendo gara 5 della finale playoff contro Brescia, ridotta all’impotenza da una grande difesa nell’epilogo della serie, che costringe i lombardi ad appena 47 punti realizzati.

Guidati da Paolo Moretti, gli eroi di quella cavalcata sono il blasonato “GekGalanda, uno che in bacheca vanta tre scudetti, vinti con club diversi, la bandiera Fiorello Toppo, Cortese e gli americani Michael Hicks ed Antonio Greaves.

È l’inizio di un periodo d’oro per il basket pistoiese, alla stregua di quello a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, quando a Pistoia giocarono talenti di livello assoluto come Joe “Jellybean” Bryant, il padre della leggenda Kobe, il pivottone Leon Douglas e la “mitragliatrice” Ron Rowan.

Pistoia rimane in A1 con ottimi risultati fino alla stagione 2019/2020 quando, complice la pandemia da Covid 19, la società decide di auto retrocedersi, chiedendo l’iscrizione alla Serie A2.

Sembra il classico canto del cigno, gli appassionati si domandano se mai Pistoia tornerà a calcare i palcoscenici della massima serie, dubbi alimentati dalla incolore stagione successiva, con i toscani eliminati al primo turno dei playoff. La grigia annata convince la società a cambiare guida tecnica ed a scritturare l’ambizioso Nicola Brienza, alla prima esperienza in A2. Una scelta vincente, lo dicono i risultati: prima la semifinale playoff e poi il trionfo di questa stagione.

Il ritorno in A1

Dieci anni esatti dopo l’ultima promozione, infatti, Pistoia torna tra le grandi della nostra palla a spicchi, al termine di una buona stagione che diventa ottima nei playoff. Nella post-season, infatti, Varnado e compagni ingranano le marce alte; nel primo turno battono 3-1 Piacenza, guadagnandosi il passaporto per la semifinale, contro una delle grandi storiche della nostra pallacanestro, quella Cantù che in bacheca vanta innumerevoli trofei ed è guidata dall’ex commissario tecnico della nostra nazionale, “Meo” Sacchetti.

I favori del pronostico sono tutti per i canturini, la serie inizia tra mille polemiche, Pistoia lotta ma Cantù si porta sul 2-0. Sembra finita per i toscani, ed invece ecco la clamorosa “remuntada”, da 0-2 a 3-2 in un amen, con la vittoria in gara 5 sul parquet avversario.

Una soddisfazione indicibile per coach Nicola Brienza, uno che a Cantù non è soltanto nato, ma ha prima giocato e poi allenato, anche la prima squadra, con ottimi risultati, fino al 2019. Una sorta di segno del destino, un canturino di nascita che batte la sua ex Cantù. Una storia da film. La rimonta contro i lombardi vale la finale contro Torino, vinta abbastanza agevolmente, espugnando il parquet piemontese con una grande prova di Jordan Varnado, e qui si apre un’altra bella storia; Jordan è infatti il fratello minore di Jarvis, grande stoppatore visto a Pistoia nella stagione 2010/2011. Un nome, evidentemente, quello dei Varnado, nel destino della compagine toscana.

Le parole di coach Nicola Brienza

Trasuda felicità da tutti i pori l’artefice numero uno di questo trionfo, il coach Nicola Brienza, che, però, nelle sue dichiarazioni mette al centro della vittoria il gruppo ed i suoi ragazzi:

Se hai dei sogni e lavori nella maniera corretta puoi realizzarli. Ogni tanto le belle favole esistono e si realizzano; ecco, la nostra promozione è una bella favola che si è realizzata. La nostra forza è stata sicuramente quella di un gruppo coeso, unito e con la grande forza di gettare sempre il cuore oltre l’ostacolo; lo abbiamo fatto contro Piacenza, contro Cantù ed anche nell’ultimo episodio della serie siamo stati bravi a reagire alle avversità che non sono certo mancate.

Con la vittoria su Torino si chiude un percorso pazzesco, iniziato due anni fa; durante i playoff siamo stati bravi a trovare sempre nuove soluzioni per arrivare fino alla vittoria finale. Non siamo partiti per provare a vincere il campionato, ma durante la stagione il grande lavoro del gruppo ha fatto la differenza.

Per questo voglio ringraziare tutti i miei ragazzi, tutti i tifosi e Marco Sambugaro che ha creduto in me dandomi l’opportunità di tornare ad allenare. Vorrei dedicare questo trionfo a tutti i miei ragazzi, è la loro festa e meritano qualcosa di speciale

Le parole di Fiorello Toppo, icona del basket pistoiese

Adesso è team manager del Dany Basket Quarrata, con cui, nel durissimo campionato di C Gold, ha sfiorato la promozione, ma Fiorello Toppo conserva gelosamente nel cuore la lunga esperienza con la canotta di Pistoia, vestita per nove anni complessivi, e non nasconde la soddisfazione per il ritorno della sua ex squadra nel gotha del basket italiano:

Sono davvero molto contento per la promozione di Pistoia, arrivata, da un certo punto di vista, in maniera inaspettata considerando che solo tre anni fa la società aveva deciso di rinunciare alla Serie A1. In poco tempo, la società è stata brava a mettere insieme uno staff di ottimi professionisti che sono riusciti, pur con risorse limitate rispetto alle dirette contendenti, a formare una squadra molto competitiva, ottenendo un risultato prestigioso.

Tutta la società, i giocatori e lo staff hanno fatto un lavoro incredibile, traguardando il ritorno in A1 anche prima delle previsioni. Adesso bisogna rimboccarsi le maniche, perché la Serie A1 è un campionato oneroso, troppo oneroso per quelle che sono le attuali risorse del basket italiano, e su questo andrebbe fatto un ragionamento più ampio.

Pistoia farà di tutto per partecipare a questo campionato, e, grazie alle idee, potrà disputare una ottima stagione, dando fiducia, nell’ottica della formazione del prossimo roster, a chi ha assemblato la squadra in questi ultimi anni”.

Photocredits: Sara Bonelli (Pistoia Basket 2000)

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