In vista della ripresa della Serie C Gold, tracciamo un bilancio sui punti di forza e criticità di questo primo giro di boa con il coach dei Prato Dragons Marco Pinelli.

Ci sono voluti anni per costruire un ambiente e un sistema dove ognuno ha il suo ruolo importante, in campo e fuori, staff e squadra, al centro c’è la persona, che ha la sua importanza e gratificazione, con un must preciso: il top player è la squadra. Ci voleva e ci vorrà tempo per inserire i giovani, tutti pratesi ci tengo a precisare; brava la società a saper aspettare e i seniores ad aiutarli nell’inserimento con un atteggiamento straordinario. Risultato: un grande gruppo con un’identità forte. Questo, assieme alla continua ricerca della coralità, è il nostro punto di forza.

La criticità più grande, alla quale nel quotidiano stiamo provando a sopperire e la società sta lavorando, è l’uso della palestra, orari e spazi ridotti, che sono determinanti per prepararsi al meglio per un campionato come la C Gold. Ci sono delle cose da migliorare e ce le teniamo tra le nostre mura, lavoreremo forte per accrescerle e continuare il nostro percorso con l’obiettivo di consolidare in questa seconda parte di stagione le nostre certezze. Siamo partiti a fari spenti e vogliamo continuare a farlo, ad essere underdog, un ruolo che ci piace molto”.

Che cosa distingue un Dragon?
Un Dragons sin da piccolo si distingue dalla formazione eccellente grazie all’ambiente nel quale cresce, e dalla capacità di giocare con e per gli altri, mixando qualità e agonismo. Un Dragons deve sentirsi un Dragons. Dentro. Deve avere un’appartenenza e forte legame con città e l’ambiente, deve avere voglia di allenarsi duro e stare con gli altri, ed avere una grande mentalità vincente quotidiana. Un Dragons ogni giorno deve essere capace di accendere quella scintilla che ti spinge sempre andare oltre e migliorare, con la duplice capacità che “quello che migliori lo metti a servizio degli altri per arrivare a vincere”.

Il suo modo di lavorare è sempre più apprezzato: su cosa ti basi, chi sono o sono stati i tuoi esempi. Raccontaci un po’ la vita da coach.
La vita da coach è il sogno”. Si sogna anche a 45 anni. Per questo ringrazio la mia famiglia che mi permette di avere questo tipo attitudine quotidiana verso la pallacanestro. La cosa importante è pensare il meglio dei propri giocatori ogni giorno, in qualsiasi sfera, sportiva, tecnica, fisica ed emotiva. Studio continuamente, imparo da tutti, e prendo spunti ovunque, sia se vedo un allenamento di minibasket o se leggo l’auto biografia di Dave Grohl: ogni momento e ambito della vita sono occasioni per migliorarsi e portare in palestra i progressi fatti. Passione certo, è la base ma non basta, occorrono curiosità, studio ed empatia con le persone sono fondamentali.

Vedo molte partite a settimana, notte compresa, dalla Serie C al settore Giovanile, dalla serie A all’Eurolega, dall’NCAA alla Nba… è la passione che spinge! Alleno da quando andavo alla scuola superiore. A 20 anni allenavo in serie C1, giocatori e uomini ai quali sarò sempre legato…consigliato da Gianluca Petronio, sono cresciuto coi maestri della nostra città: Mariotti, Pasta e Bini. Ho imparato molto anche da molti allenatori del territorio. Adoravo andare a vedere gli allenamenti della Serie A e come lavoravano sul campo Vujosevic e Cacco Benvenuti. Ho visto anni di loro allenamenti tra Pistoia e Montecatini. Successivamente Ataman, Frates, Pianigiani, Banchi e Moretti.

Successivamente ho girato molto e visto lavorare molti allenatori ad alto livello che sono stati e sono continua fonte di ispirazione. Le esperienze con le selezioni regionali, nazionale Giovanile con Andrea Capobianco e le squadre NCAA nell’European tour sono state un upgrade importante e mi hanno arricchito molto, come persona e come coach. Ma ho sempre avuto un posto speciale per i Dragons, non puoi non sentire il richiamo della tua città”.

Sicuramente la Toscanini è un’arma in più: sarà difficile senza pubblico?
I nostri tifosi sono speciali sentiamo sempre la loro vicinanza, ancora non abbiamo potuto averli tutti in palestra, nonostante sia sempre molto calda. Le dirette sul nostro media Facebook permettono a centinaia di persone di seguirci ogni domenica. Vogliamo dare a sempre più ragazzi pratesi e alle loro famiglie il desiderio di giocare per la prima squadra della propria città. Giocare in un palasport pieno e adeguato alle nostre ambizioni non è solo una speranza, ma anche un obiettivo perché significa continuare a guardare sempre in più in alto”.

in copertina il coach della Sibe Prato Dragons Marco Pinelli

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