Alzi la mano, senza mentire, chi avrebbe pensato ad un Akern Libertas Livorno 1947 promossa in A2 ad ottobre, dopo il pesante ko nel derby di Supercoppa ed il balbettante inizio di campionato, con due vittorie e tre sconfitte di fila, di cui due in casa con Desio e Crema, non certo l’élite del girone.

In quella settimana di fine ottobre è cambiato tutto; coach Andreazza era sulla graticola – si sprecavano i nomi degli allenatori che sembravano destinati a sostituirlo – la squadra in netto ritardo di condizione, ed invece Fantoni e compagni sono stati bravi a infilare la corazza ed a lavorare ancora più duro in palestra.

La luce è arrivata nella successiva sfida casalinga contro Rieti, non giocata benissimo ma portata a casa, la vera partita della svolta. Pian pianino la Libertas ha messo a posto tutti gli ingranaggi, ha inserito al meglio il playmaker olandese Williams, uno che si vede poco e poco appare nello scout ma sul parquet si sente, eccome se si sente, ed ha cominciato ad inanellare successi, sempre nel segno di quello che è stato il suo tratto distintivo, la grande difesa.

Una grande difesa che ha trovato la sua sublimazione nella serie finale, quando Roseto, una squadra dal potenziale offensiva di prim’ordine, con il greco Mantzaris su tutti, è stata tenuta a 54, 60 e 62 punti, anche se, va detto, nella decisiva gara-5 è stata la sontuosa prestazione offensiva degli amaranto a decidere la Serie ed a regalare ai tantissimi tifosi libertassini, cresciuti esponenzialmente nel corso della stagione, il tanto agognato passaporto per la Serie A.

Adesso la società dovrà lavorare al meglio per strutturare una squadra in grado di navigare nei procellosi mari della Serie A2 e mettere nelle mani di coach Marco Andreazza, ancora con un anno di contratto, un roster in grado di fare, sempre nel segno di una grande difesa, una bella figura anche al piano superiore.

Parla il Presidente, Roberto Consigli

Il numero uno della Libertas, intesa come società, è il Presidente Roberto Consigli che, ai nostri microfoni, racconta tutte le emozioni di una stagione straordinaria:

Neanche un regista avrebbe saputo scrivere un copione come quello andato in scena in questa stagione. Una stagione iniziata male, con l’infortunio al capitano Francesco Forti, la sconfitta nel derby e l’avvio balbettante, complice anche una preparazione fatta con grandi carichi di lavoro. Lì siamo stati bravi a compattarci e dal momento di difficoltà è cominciato un percorso straordinario, grazie al nostro condottiero Marco Andreazza.

Abbiamo inanellato una bella serie di successi, culminata nella vittoria nel derby di andata che ci ha regalato l’accesso alla Coppa Italia, nella quale abbiamo giocato un gran bella partita con Ruvo salvo poi cedere a Montecatini. Da quella delusione, comunque ricca di risvolti positivi, è cominciata un’altra lunga serie sì, pur con qualche battuta di arresto, complici anche gli infortuni a Terenzi e Lucarelli, chiusa con il successo nella stracittadina con la Pielle, che ci ha regalata tanta autostima.

Questo ci ha portato ad iniziare i playoff con tanta fiducia, abbiamo battuto prima Faenza, con tanta difficoltà, e poi Jesi e Roseto. Proprio nella serie finale abbiamo dimostrato che nelle difficoltà questa squadra offre il meglio di sé stessa, come dimostrato in gara 4 e gara 5, vinte entrambe con le spalle al muro, conquistando un traguardo storico, il ritorno in Serie A. Un traguardo irto di difficoltà ma che ci ha portato ad un risultato storico, la Serie A, che vogliamo dedicare a tutti coloro che ci hanno seguito per tutto l’anno, seguendoci su ogni campo e non facendoci sentire mai soli”.

Le parole del condottiero, coach Marco Andreazza

Abbiamo fatto un’impresa che resterà nella storia”, le parole di coach Marco Andreazza, primo artefice del trionfo amaranto, la dicono lunga sulla soddisfazione del tecnico di Montebelluna per la promozione in Serie A2:

“La nostra Gara-5 è durata tutta la stagione; infatti, siamo partiti soffrendo, dovendo sostituire il nostro capitano Francesco Forti per un grave infortunio. Proprio a lui va un nostro doveroso pensiero. Nel corso della stagione abbiamo avuto anche altri infortuni che però non hanno fermato il nostro percorso di miglioramento, grazie ad un gruppo coeso e molto disposto a lavorare. Come accade a tutti, abbiamo avuto degli intoppi in un campionato durissimo, però siamo stati bravi a far tesoro delle sconfitte e ad arrivare in ottime condizioni ai playoff, ognuno ben consapevole del loro ruolo.

Non a caso, in ogni partita della post-season abbiamo trovato protagonisti diversi ed abbiamo vinto in tanti modi diversi, ma soprattutto lo abbiamo fatto soffrendo e difendendo, e questo è stato fondamentale. Infatti, come dico sempre, un modo per vincere le partite in attacco si trova, ma se non hai solidità difensiva nei momenti chiave non vai da nessuna parte.

Ringrazio tutti, in particolare i nostri tifosi che ci hanno sempre seguito e sono aumentati nel corso della stagione, seguendoci anche in trasferta; un grazie a tutti quanti, a quelli che ci son stati vicini ed anche a quelli che ci hanno criticato perché questo ci ha permesso di compattarci e di lavorare ancora meglio. Oggi troviamo il modo di festeggiare e di acquisire la consapevolezza di aver centrato un’impresa che resterà nella storia”.

La felicità del capitano, Tommaso Fantoni

Figlio d’arte, suo padre Stefano fu un’icona della Libertas negli anni ’80, Tommaso Fantoni è stato il capitano, di nome e di fatto, di una squadra diventata, con il passare dei mesi, una autentica macchina da guerra, grazie, soprattutto, ad una grandissima difesa, come evidenziato dal capitano ai nostri microfoni:

E’ stata un’annata veramente particolare ed emozionante; siamo partiti in sordina, con due vittorie e poi tre sconfitte di fila, in quel momento siamo finiti sulla graticola, in primis il coach, ma lì con grande abnegazione e voglia di riscatto ci siamo rinchiusi in palestra a lavorare. Da quel momento siamo riusciti ad inanellare una serie di successi, sfociata nella vittoria nel derby di andata, con annessa qualificazione alle Final Four di Coppa Italia.

Il ritorno è stata una lunga maratona, con alcuni infortuni, tra cui quelli di Terenzi e Lucarelli, con Jacopo che non ha mai potuto esibire il suo talento cristallino. Nonostante questi problemi, però è stato un finale di stagione meraviglioso ed altrettanto faticoso, soprattutto mentalmente, ma siamo riusciti a portare a casa il campionato, grazie soprattutto alla nostra difesa, il vero marchio di fabbrica durante l’intera stagione, subendo una media di appena 60 punti a partita nella serie finale che ci ha spalancato la Serie A. Una soddisfazione indicibile, a maggior ragione per un livornese come me che riesce a portare la squadra del suo cuore nel paradiso della Serie A”.

Photocredits: Paola Licheri

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