Marco Laganà anche con la casacca della Gema Montecatini ha confermato di essere un playmaker con tanti punti nelle mani, tanto che è il miglior realizzatore del campionato con 23 punti di media, ed un high di 40. In questa lunga intervista analizza il momento della sua squadra, ma anche il resto del campionato, il cui livello medio, a suo dire, “è inferiore a quello del girone C”.

Lei ha disputato la prima parte del campionato a Firenze, nel girone C, e poi è arrivato a Montecatini, che differenza ha notato tra i due gironi?
Indubbiamente, la differenza tra i gironi esiste. A mio parere, il livello tecnico del girone C è più elevato, in quanto c’è un maggior numero di giocatori in grado di saper leggere il gioco e fare canestro. Come ovvia conseguenza, il livello medio delle squadre è più alto. Il girone A, invece, è sicuramente molto più fisico. Molte squadre impostano le partite come fossero una “battaglia muscolare”, per cui spesso a spuntarla, appunto, è chi si impone fisicamente”.

Come si è inserito a Montecatini?
Francamente mi trovo molto bene; Montecatini è una città piccola, ma nella quale è piacevole vivere. La società, inoltre, è ben organizzata e sinceramente non ci fa mancare nulla”.

Al suo arrivo, c’era qualche perplessità sulla convivenza con Savoldelli, altro piccolo con tanti punti nelle mani
Siamo entrambi persone intelligenti, Nic sa giocare a pallacanestro, per cui non è stato difficile adattarsi a giocare insieme. Chiaramente ci sono stati alcuni piccoli adattamenti, come è normale che sia, non solo con lui, ma anche con gli altri componenti della squadra. Del resto, cambiare a stagione in corso non è mai semplice”.

Due settimane fa avete incassato una brutta sconfitta nel derby, cosa è successo contro Herons?
Gli Herons stanno facendo un campionato pazzesco. Mi hanno impressionato e devo fare loro i complimenti. Riguardo al derby, non siamo arrivati pronti alla partita. Purtroppo, nelle gare precedenti, abbiamo incassato delle sconfitte, sempre punto a punto, su campi difficili, rimanendo in partita sino alla sirena finale, senza però raccogliere i due punti. Questo ci ha tolto un po’ di fiducia e lasciato amarezza, e le conseguenze si sono viste nel derby. Però, bisogna dirlo, abbiamo reagito benissimo, battendo Legnano la settimana successiva”.

La Gema ha vinto le ultime due partite consecutive, anche se ad Alba ha sofferto più del previsto. E’ finalmente arrivata la svolta?
Vincere ad Alba non è facile, come si potrebbe pensare guardando la classifica. Invece, sono ragazzi che, quando scendono sul parquet, non hanno nulla da perdere e tutto da guadagnare. Siamo stati un po’ leggeri e abbiamo rischiato, dovevamo imporci fin dal primo tempo. Però abbiamo vinto ed è quello che conta. Adesso pensiamo ad Omegna, dove andremo per continuare la serie positiva”.

Lei è un giocatore obiettivamente sprecato in Serie B, che differenza c’è tra la Serie A2 e la B?
La differenza è la stessa che c’è tra girone C e girone A. Il livello tecnico è più alto, sono permessi meno contatti fisici sopra le righe e, chiaramente, le squadre hanno a disposizione più giocatori in grado di fare canestro. Detto questo, posso assicurarvi che in B ci sono giocatori migliori di molti che militano in A2”.

La sua squadra ha perso diverse volte in volata, penso alla partita di Pavia o a quella di Livorno, con la capolista Libertas, da cosa dipende?
Vero, ci è sempre mancato pochissimo per portare a casa i due punti. Purtroppo, sono tutte partite che abbiamo giocato in trasferta. Se le avessimo giocato in casa, secondo, me avremmo portato a casa almeno due di queste. Quando le partite sono punto a punto fino alla fine, soprattutto in campi caldi, subentrano fattori che non si possono controllare e quindi è più difficile vincere”.

A questo punto, quali sono gli obiettivi della sua Gema?
L’obiettivo è provare ad andare in B d’eccellenza. È chiaro che il format del campionato è un po’ particolare e molte squadre retrocederanno, ma noi vogliamo farcela”.

Diamo un’occhiata al campionato, le prime tre sono obiettivamente superiori alle altre?
No, secondo me no. Non sono così superiori come dice la classifica. Chiaramente, stanno facendo bene perché dall’inizio hanno trovato un’alchimia migliore. Però io non le trovo così superiori alle altre”.

Nella corsa al quarto posto, quali sono le squadre più accreditate?
In questo momento, ti dico gli Herons. Hanno una loro identità di squadra ed hanno trovato l’assetto giusto nel momento più importante della stagione. Difendono come matti e sono tutti connessi sulla stessa lunghezza d’onda. Per me sono i favoriti”.

Lei è il classico figlio d’arte, suo padre Lucio era un ottimo tiratore, visto anche in Toscana con la maglia della Pallacanestro Livorno. Quanto ha influito nella sua scelta di diventare giocatore di basket?
Beh, i miei genitori sono stati fondamentali. A Reggio abbiamo una scuola di minibasket, la “Lumaka mini & basket”, dove io ho iniziato a giocare sin da subito. Ho praticato anche calcio e tennis, con ottimi risultati, ma del basket non mi sono mai privato perché amo troppo questo sport”.

L’ultima esula dal basket, lei è un ragazzo di 30 anni, quali sono i suoi hobby?
Per favore – sorride – non ricordarmi che ho 30 anni. La mia vita è molto abitudinaria, e ruota intorno al basket, agli allenamenti ed ai suoi orari. Quando sono a casa guardo molte partite di calcio, basket e tennis. Poi con Olivia, la mia cagnolona, spesso vado al parco per farla correre. Mi piace molto anche andare a fare la spesa e comprare cose gustose e succulente, perché ho sempre fame. Riguardo ai videogiochi, non ho più la PlayStation perché ci passavo troppo tempo, ma se giochiamo a Fifa sono ancora il migliore !!!”.

in copertina Marco Laganà in azione contro la Libertas Livorno                   Photocredits: Studio Foto Daniele Lenzi

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