È notizia di qualche giorno fa la separazione tra Sansepolcro e coach Pierluigi Mameli, da otto anni alla guida della società biturgense.

Un lungo lasso di tempo ricco di soddisfazioni, con i Dukes arrivati, in questa stagione, ad un passo dai playoff per un posto nella Serie B Interregionale. Un ottimo risultato per una compagine che affrontava, da matricola, un campionato impegnativo come la Serie C.

Invece, Mameli è stato bravo a condurre al porto della salvezza, dichiarato obiettivo societario, già al termine della prima fase, nonostante la sua squadra fosse inserita nel girone, l’A, da tutti indicato come più competitivo. Nel quale Sansepolcro ha chiuso al quarto posto, per poi affrontare con animo lieve la fase promozione, nella quale è andata vicino ad una qualificazione playoff che avrebbe avuto del sensazionale.

Nonostante questi ottimi risultati, però, è arrivata la decisione di non continuare il lungo rapporto, come già deciso, e comunicato alla società, da coach Mameli, ad inizio stagione, a prescindere dagli ottimi risultati raggiunti, come ci racconta lo stesso coach nella bella intervista concessa ai nostri microfoni.

Dopo otto anni, si conclude il bel matrimonio con Sansepolcro, quali sono le motivazioni della separazione?
Avevo già comunicato a settembre, all’avvio della stagione, la mia intenzione di lasciare Sansepolcro, a prescindere dal risultato raggiunto. Ritengo, infatti, che dopo così tanto tempo sia finito un ciclo, peraltro caratterizzato da ottimi risultati. Questa è stata la motivazione che mi ha indotto a mettere la parola fine alla mia esperienza in terra aretina. Devo dire che mi sono trovato benissimo con i Dukes Sansepolcro, una società nella quale tutti si sono messi a mia disposizione, a partire dal Direttore Generale Maurizio Corvina e dal Presidente Michele Allegrini. La società, poi, è stata fondamentale nei momenti negativi, che pure ci sono stati”.

Lei per scelta, ha sempre privilegiato un roster con poche rotazioni, andando in controtendenza rispetto a tanti colleghi, come mai?
Nella mia carriera ho sempre privilegiato un roster con poche rotazioni, penso che i 200’ di una partita si possano dividere tra 7/8 giocatori, in modo che tutti abbiano un minutaggio sufficiente per poter incidere. Nella mia concezione di una squadra senior, c’è il quintetto titolare, con tre cambi, uno per il play, uno per gli esterni ed uno per i lunghi, più un manipolo di giocatori del vivaio. Penso che in questi campionati un giocatore possa stare in campo anche per tutti i 40’, considerando che si gioca una partita a settimana”.

In questa stagione Sansepolcro, da matricola, è andata ad un passo dai playoff, è soddisfatto del cammino della sua squadra?
Siamo davvero molto soddisfatti del percorso fatto; il primo obiettivo era quello di entrare tra le prime quattro al termine della prima fase, centrando così la salvezza già a febbraio. Una volta entrati nel poker di testa, con un ottimo finale di campionato, tutto quello che è arrivato è stato un qualcosa di più, anche se vedendo qualche partita un po’ di rammarico è rimasto. Rammarico, però, subito spazzato via dalla consapevolezza di aver raggiunto con grande anticipo l’obiettivo dichiarato dalla società”.

Presumo che qualche telefonata le sia arrivata, ha già un’idea di quello che sarà il suo futuro?
Presume bene, fortunatamente qualche telefonata è già arrivata, ed ho avuto già alcuni colloqui, ed altri ne farò. Adesso, però, devo valutare ancora alcune cose, vedremo tra qualche tempo quale potrà essere la decisione migliore”.

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