Diciamolo pure, tutti pensavano che la squadra destinata a retrocedere dalla Serie B femminile, fosse Baloncesto, una impressione determinata anche dalla stagione regolare, nella quale la compagine fiorentina aveva chiuso all’ultimo posto con appena tre vittorie di cui una soltanto nel girone di ritorno.

Ipotesi suffragata anche nel primo turno dei playout, con il 2-0 sofferto dalle ragazze del Basket Golfo Piombino. Invece la Donadio – gran campionato il suo – e compagne hanno saputo stupire conquistando una salvezza per certi versi insperata, con il colpaccio di martedì sera a Pontedera, dopo che le ragazze di Pandolfi erano state brave a pareggiare la serie a Firenze.

Una serie nella quale è saltato il fattore campo, dalla quale Baloncesto è uscita con la salvezza in mano, ottenuta grazie ad una invidiabile solidità mentale ed al netto salto di qualità fatto vedere proprio nei playout. Salto di qualità dovuto anche all’inserimento in corsa di cinque nuove ragazze, tra le quali spiccano i nomi della playmaker Sara Casini e dell’ala forte Flavia Firrito, non a caso entrambe in doppia cifra nell’emozionante gara-3 che ha regalato a Baloncesto il paradiso della salvezza.

Le parole di coach Fabrizio Biondi

È un Fabrizio Biondi ancora senza voce dopo gara 3 a Pontedera, che però, sia pure con toni forzatamente sommessi, trasuda grande felicità per la salvezza ottenuta dalla sua squadra, contro ogni pronostico.

Siete riusciti a conquistare la salvezza ai playout, espugnando Pontedera, da sfavoriti, qual è stata la chiave del successo e quando soddisfazione dà il raggiungimento della salvezza?
Siamo partiti secondo il pensiero di tutti, da “underdog” e questo anche perchè io sono arrivato a luglio inoltrato e non abbiamo potuto fare le necessarie valutazioni sul roster. Partendo da questi presupposti, salvare la categoria è stato un traguardo importante, anche alla luce del tasso tecnico del torneo, molto più elevato rispetto a quello della scorsa stagione se pensiamo che quest’ anno sono scese in campo, in Serie B, ben otto straniere nuove e sei giocatrici scese dalla A2. La chiave è stata la forza del gruppo e delle idee su cui abbiamo lavorato per limitare il gap sia fisico che tecnico che avevamo con le avversarie

Nel ritorno avete vinto soltanto un confronto, con Prato, poi nella finale playout avete alzato il vostro rendimento, a cosa è dovuto?
Durante il campionato abbiamo avuto un cliché che si è ripetuto spesso. Complessivamente tre periodi giocati alla pari e poi un marcato crollo nel quarto. Ciò ha comportato l’aver perso tante partite con uno scarto inferiore ai 10 punti, a dimostrazione che la squadra è sempre stata viva per tutta la stagione. Nei playout abbiamo lavorato proprio sulla continuità all’interno della partita, evitando le pause che ci erano costate care in passato”.

Tra le sue ragazze ha fatto un gran campionato Diletta Donadio, mi commenta la sua stagione?
Diletta è stata il nostro ago della bilancia anche perchè ha caratteristiche, dal punto di vista fisico, che costringono gli avversari a raddoppiarla, in quanto nell’uno contro uno riesce facilmente a prendere un vantaggio. Non immagino cosa avrebbe potuto fare se avesse potuto beneficiare di un centro puro al suo fianco con cui condividere il peso sottocanestro. È stato un ruolo che ci è mancato tutta la stagione”.

Nell’imminenza dei playout avete inserito alcuni elementi, quanto sono state importanti nei playout?
Vero, nelle sfide playout abbiamo inserito cinque nuove giocatrici, immettendo forze fresche e cambiando fisionomia. Sono infatti arrivate Sara Casini ed Emma Fiaschi, entrambi classe 2006, rispettivamente play e guarda da Use Empoli, Satya Riccioni esterna arrivata da Perugia per motivi di lavoro, tra l’altro campionessa italiana di 3c3 in carica, l’ala grande Flavia Firrito e Anna Schembari, ala piccola, da Orvieto, Serie B umbra, dove avevano terminato il loro campionato. Cinque ragazze che hanno portato qualità in allenamento e la possibilità di cambiare volto tatticamente, fattori importantissimi nelle sfide salvezza”.

Le ha fatto anche l’assistente in A2, quanto è ampia la forbice tra questi campionato e la B?
Si tratta di una forbice ampissima, soprattutto per quantità di lavoro e tipo di preparazione durante la settimana e taglia fisica delle giocatrici. In A2 ci sono ragazze dal ruolo più definito ed è più raro veder utilizzati quintetti atipici come può avvenire in serie B”.

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