Il livello del campionato, rispetto allo scorso anno, si è molto elevato”, lo afferma convinto Andrea Da Prato, il tecnico della capolista del torneo, la Sintecnica Cecina. In questa lunga intervista parla a cuore aperto della sua squadra, non nascondendo grande ammirazione nei confronti del “suo” Giovanni Bruni che, a 42 anni, continua con grande professionalità e passione a calcare i parquet toscani.

Partiamo da una domanda personale, lei lo scorso anno ha guidato con ottimi risultati la Unicusano Pielle, si aspettava di essere confermato?
No, non mi aspettavo di essere confermato e nemmeno lo volevo. Nell’ultima stagione erano accadute troppe situazioni nelle quali le opinioni, i principi di gestione e la mancanza di fiducia reciproca erano diventati non più conciliabili tra me e la dirigenza. Vedendo, poi, ciò che è successo in questi mesi abbiamo avuto ragione entrambi: la Pielle sta volando, io mi trovo benissimo a Cecina. E’ stato il momento giusto per separarci”.

Con la vittoria sulla Mens Sana avete confermato la prima posizione, contento della prestazione di sabato scorso?
Sono contento non solo per la vittoria, ma anche per essere rimasti solitari in vetta alla classifica. Tornando alla sfida con la Mens Sana, abbiamo fatto una discreta partita, anche se costellata da troppi alti e bassi, soprattutto all’inizio del terzo quarto nel quale alcune puerili distrazioni in difesa, abbinate alle buone giocate offensive dei giocatori senesi, hanno permesso alla squadra di Binella di arrivare ad un solo possesso di differenza. Fortunatamente, poi, una scossa emotiva ci ha ridato slancio per giocare con efficacia l’ultimo quarto”.

Fin dall’inizio avete fatto un campionato di altissima classifica, incappando però talvolta in qualche inatteso passo falso, da cosa sono dipesi?
Aldilà dell’enorme equilibrio e della solidità delle altre squadre, pecchiamo molto di concentrazione, basta poco per distrarci: un cambio, un fallo non fischiato, una difesa non eseguita correttamente ed ecco che perdiamo la necessaria lucidità. La nostra idea è quella di correre e giocare ad alta velocità: spesso il nostro alto ritmo si trasforma in frenesia, ed è qui che dobbiamo migliorarci”.

La sua squadra è composta per gran parte da giocatori del posto, quanto è importante questo nel creare un’identità di squadra ed una simbiosi con l’ambiente?
E’ determinante. E più importante avere giocatori in buoni rapporti tra di loro, con lo staff e con l’ambiente, piuttosto che “professionisti” che vengono da fuori e non sono integrati con lo spogliatoio, con i tifosi e con la città. Ad esempio, Matteo Bracci, quello che viene da più lontano, fa il vice allenatore a due squadre giovanili, si reca nelle scuole a fare minibasket, e si è perfettamente inserito nella città cecinese”.

Nel roster ha una bandiera come Giovanni Bruni, che a 42 anni continua ad essere protagonista, me le dice due parole sul “Professore”?
E’ il primo anno che alleno Giovanni, ma è stato una piacevolissima sorpresa. Cecinese d’adozione, è conoscitore sopraffino del basket e, inoltre, rappresenta il classico collante tra lo staff e la squadra. Durante le partite vedete tutti ciò che fa di positivo, ma la sua forza sta nell’allenamento del… martedi sera quando si presenta il preparatore fisico, e immancabilmente Giovanni arriva sempre primo negli sprint che vengono proposti, dando metà campo di distacco agli under 19… Vi lascio immaginare – sorride – la mia reazione nei confronti dei più giovani”.

Ultimamente avete inserito nel vostro roster l’ex Quarrata Gianmarco Ianuale, che giocatore è e come si sta inserendo?
Gianmarco è il prototipo del giocatore moderno, di quelli che mi piacciono tanto. Atletico, dotato di buona tecnica di base, in grado di ricoprire più ruoli, intelligente tatticamente e ottimo tiratore da tre punti. Mi sembra che dal punto di vista “spogliatoio” si sia già inserito molto bene, ci servirà moltissimo nello sprint finale”.

Mi fa un bilancio del campionato della sua squadra, e quali sono gli obiettivi?
Al momento, possiamo dire di essere contenti: abbiamo vinto la Coppa toscana, siamo il miglior attacco, e la miglior difesa del campionato. L’obiettivo all’ inizio del campionato, neanche tanto nascosto, era quello di essere tra le prime tre alla fine del campionato. Peccato che quello fatto fino finora non conta. Tutto è ancora in ballo, importante (quasi decisiva) sarà la prossima settimana dove ogni squadra giocherà tre partite, ed ogni particolare sarà determinante: malattie, infortuni, cali di forma e così via”.

Quali sono le compagini che possono darvi più fastidio?
Ci sono squadre che per caratteristiche tecniche e tattiche ci risultano particolarmente indigeste. Ma facendo un discorso generale, penso che senza inventarsi niente di eclatante, basta scorrere la classifica dall’ alto verso il basso per capire chi al momento ha giocato un pochino meglio degli altri. Certo, vedere ad esempio una squadra con un ottimo roster, benchè falcidiato dagli infortuni, come Lucca al decimo posto, ti fa capire che ogni partita da qui alla fine sarà complicata”.

Lei due anni fa ha vinto questo campionato con la Pielle, me lo fa un paragone con questa stagione, il livello è lo stesso o si è alzato?
Due anni fa eravamo la società che più aveva investito in termini economici e dominammo il campionato con 15 vittorie su 16 partite, era infatti il campionato giocato in piena era Covid, caratterizzato da una sola promozione e senza retrocessioni. L’ anno scorso le due di Montecatini hanno fatto un percorso simile, allungando i rispettivi roster all’ infinito, spendendo tanto e dilatando la differenza con le altre squadre.

Quest’ anno, con tre promozioni dirette, più un’altra, che potrebbe raddoppiarsi, ai playoff, tante società hanno pensato di investire finanziariamente ed è per questo che c’è tanto equilibrio ed il livello globale generale si è nettamente alzato rispetto agli ultimi due anni. Basta pensare che a prescindere da chi sarà la squadra che chiuderà undicesima, conquistando l’ultimo posto disponibile per la post-season, avrà concrete possibilità di lottare fino in fondo per salire di categoria”.

Photocredits: Fabrizio Bientinesi

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